Vi segnalo questa brutta storia riportata da Giulio Cavalli.
Un’inchiesta lambisce il figlio di un senatore calabrese in predicato di entrare al Governo in quota Ncd, “L’ora della Calabria” vuole pubblicare tutto nel silenzio generale degli organi di stampa. Nella notte scattano le telefonate che “promettono” conseguenze. Le solite conseguenze.
Di fronte al rifiuto di un coraggioso direttore, Antonio Regolo, di rinchiudere l’inchiesta in un cassetto, sono le rotative a fermarsi. “Guasto tecnico”, dicono. Il giornale non esce. Ma la storia filtra lo stesso.
Ogni commento è superfluo. Accade ancora nel 2014. Accade ancora che in Calabria per fare i giornalisti sia necessario rischiare la vita. Dopo lo sfogo di Roberto Saviano, che ha rivelato al Paìs che “Gomorra“ gli ha rovinato l’esistenza, tutta la mia personale solidarietà anche a questo collega meno noto, e forse, proprio per questo, più fortunato.
Ecco il pezzo di Giulio Cavalli sulla “prima pagina sparita” (cliccare qui).