L’ingresso di Finlandia e Svezia nella Nato sarebbe un errore. Lo stesso tipo di sbaglio che ha portato a una guerra come questa. Brutale, vergognosa per la maniera in cui viene condotta dai Russi: ma, purtroppo, prevedibile dal punto di vista delle relazioni internazionali.
Putin non è pazzo: difende l’interesse nazionale russo, e lo fa ora, e a qualunque costo, soprattutto in un paese che dopo di lui potrebbe tornare in mano a una schiera anarchica di oligarchi corrotti. Un ulteriore allargamento della Nato, con un confine da 1350 km da cui possono passare agevolmente truppe di terra, alzerebbe la tensione e il rischio di incidenti. Pensare che l’autodeterminazione dei popoli prevalga sulla stabilità mondiale è illusione da adolescenti. O da furbetti. Cosa accadrebbe se Mosca dislocasse carri armati in Messico?
Mi rendo conto che può suonare impopolare, e certo non è un modo per mettere sullo stesso piano aggressore ed aggredito: ma la diplomazia ha codici e regole che non vanno infranti. Col suo cinismo serve a evitare le guerre più delle piazze e delle bandiere della pace alle finestre. Si rischia una crisi diplomatica per una sedia fuori posto a un consesso internazionale, per un invito mancato, riesce difficile immaginare come possano sfuggire le conseguenze di un atto che va a rompere gli equilibri, e verrebbe interpretato come irrimediabilmente aggressivo.