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Morte di una conversazione

Segnalo la gallery di un fotografo londinese, @babycakesromero. Il tema e’  fine della conversazione all’epoca degli smartphone. Insostituibili compagni di avventura dell’uomo moderno, multiformi strumenti figli degli anni Dieci, questi aggeggi possiedono un lato oscuro: quello di prosciugare ogni energia per le relazioni interpersonali. Quelle in cui ci si mette la faccia, per intenderci. Inutile fare i moralisti. Ci siamo dentro tutti, a partire da chi scrive.

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Quanta solitudine dietro ai social network

Sulla bacheca di un amico ho trovato questo video, che vi consiglio di guardare. Normalmente, quando leggo “devi assolutamente vederlo” evito anche solo di lasciarmi incuriosire, ma ho deciso di fare un’eccezione, considerata la persona che l’aveva pubblicato.

Il video (che è in inglese) spiega quanto gli strumenti social di cui disponiamo, bel lontano dal migliorarci la vita, spesso ci rendano più isolati di prima.
Migliaia di contatti su Facebook possono non tradursi in un solo amico.

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#myNYPD: l’hashtag che imbarazza la polizia

Quando un hashtag si trasforma in un disastro. Alla polizia di New York hanno pensato bene di invitare i cittadini a condividere su Twitter le immagini più significative del proprio rapporto con gli agenti. L’intento era evidenziare il legame tra il corpo e la città: non è andata così. Come racconta questo articolo di VICE, l’hashtag #myNYPD ha catalizzato una gran quantità di scatti. Moltissimi però riguardavano comportamenti discutibili delle forze dell’ordine in occasione di manifestazioni. E l’operazione è diventata un clamoroso autogol.

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Anna Masera (La Stampa): “Le 5 W? Oggi ci sono le 5 C”

Tra gli ospiti di  un interessante convegno sui media digitali organizzato da Millecanali, rivista storica del settore broadcast, c’era Anna Masera, social media editor de La Stampa e prima figura di questo tipo in un grande quotidiano.
Siamo riusciti a intercettarla: disponibile e cordiale, ci ha offerto il suo punto di vista sul giornalismo di oggi.

Due a mio avviso le considerazioni più interessanti: la prima è che  «i giornali non hanno più il monopolio dell’informazione:  la nuova regola  è “the reader is king”».

La seconda… beh, è rivolta ai giovani e ai colleghi che questo lavoro lo fanno già da qualche tempo. Buona visione, e perdonate la qualità del video ma è stato realizzato – come si dice in questi casi –  “al volo”.

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