Sulla bacheca di un amico ho trovato questo video, che vi consiglio di guardare. Normalmente, quando leggo “devi assolutamente vederlo” evito anche solo di lasciarmi incuriosire, ma ho deciso di fare un’eccezione, considerata la persona che l’aveva pubblicato.
Il video (che è in inglese) spiega quanto gli strumenti social di cui disponiamo, bel lontano dal migliorarci la vita, spesso ci rendano più isolati di prima.
Migliaia di contatti su Facebook possono non tradursi in un solo amico.
Mentre rimuginavo su questa cosa, mi è tornata in mente una scena che ho visto questa mattina. Ancora assonnato, faccio il caffè e mi affaccio alla finestra mentre aspetto. Due persone parlano nel giardino del mio condominio. Uno è un signore sulla quarantina abbondante, immigrato con moglie e figli da un non meglio precisato paese extraeuropeo. L’altro è un arzillo siciliano, con un passato in Svizzera, emigrato cinquant’anni fa per cercare lavoro e che ormai si è stabilito in Brianza.
Uno potava la pianta, l’altro guardava; ogni tanto, diceva qualcosa. Niente di più, niente di meno.
Si detestano cordialmente come tutti i vicini di casa, ma negli anni mi sono convinto che, in fondo, si vogliano bene. E soprattutto, sono gli unici due condòmini capaci di passare del tempo a parlare così, senza uno scopo, per il solo gusto di perdere tempo, e non perderlo da soli.
Non so se sia stata la comune storia di emigrazione a renderli più spontanei e comunicativi, né starò a scrivere l’ennesimo panegirico sugli alveari metropolitani, dove capita di non conoscere chi abita l’appartamento accanto. Solo una riflessione: spegniamo i social network, e torniamo a parlare con chi abbiamo di fianco. A voce.
in linea di massimo concordo…eppure se ci pensi la solitudine esiste da quando esiste l’uomo non certo da quando hanno inventato i social network…pensa come doveva sentirsi solo l’uomo delle caverne che al massimo su fb poteva stringere amicizia con un dinosauro…
Certo, e la solitudine può essere una buona compagna, in certi momenti. Ma se uno se la sceglie. Ho l’impressione che i social network l’abbiano amplificata rispetto a prima: ci allontaniamo anche da chi abbiamo vicino, pensando che basti leggere uno status per restare in contatto. Non è così. Ai tempi delle caverne, secondo me, si era fortunatamente meno soli che nelle città moderne. Lo dico con un sorriso ironico per i paradossi della vita. Buona serata!