Rubavano l’argenteria, ma almeno sapevano stare a tavola. Questo recita un vecchio adagio sui politici della Prima Repubblica. Cos’hanno in comune Silvio Berlusconi, Paola Bacchiddu e Riccardo Fraccaro? Non certo l’appartenenza politica. Uno è il leader di Forza Italia (centrodestra), la seconda è schierata con Tsipras (sinistra), il terzo è un esponente del Movimento Cinque Stelle. Così, a occhio, potrebbero non essere d’accordo su niente. Ma un legame c’è, e non da poco.
(VIDEO: Civati lo tocca, Fraccaro si pulisce la giacca, da L’Espresso)
L’ex Cavaliere nel 2013 cominciò la risalita nei sondaggi con un’apparizione da Santoro. In quella puntata, pulì platealmente la sedia da cui si era appena alzato Marco Travaglio, e su cui lui era stato invitato a sedersi. In quel momento cominciò la rimonta: com’è andata lo sappiamo.
La Bacchiddu nei giorni scorsi ha pubblicato una foto del suo lato B su Twitter, commento: “E’iniziata la campagna elettorale e io uso qualunque mezzo. Votate l’altra Europa per Tsipras“. Traduzione: vale tutto pur di avere attenzione, e dato che non ce la danno per quello che diciamo, proviamo almeno ad averla così. La giornalista coordina la comunicazione italiana della lista che sostiene il candidato greco alla presidenza della Commissione UE: insomma, non una pivellina.
Il terzo è storia di oggi. Riccardo Fraccaro, pentastellato ospite di Coffee Break, interloquisce con Pippo Civati, fronda del Pd. Mentre il rottamatore parla, forse preso dalla vis oratoria tocca la giacca al collega, in un gesto tutto sommato abbastanza comune. (Se si fosse trattato di Renzi, avremmo scritto “in un gesto studiato”). Fraccaro esita un attimo, poi con espressione a metà tra il fastidio e il disgusto, si spolvera platealmente la giacca ad uso e consumo delle telecamere.
E’ il caso di ricordare che Civati è l’unico esponente di rilievo della maggioranza a cui i grillini non danno l’orticaria. Le cose non sono cambiate rispetto alle primarie, e si possono riassumere in tre parole: amore non ricambiato.
Mi viene da pensare che la linea di confine tra le provocazioni e veri e propri insulti si sposta ogni giorno:qualcuno disposto a portarla dieci centimetri più avanti si trova sempre. La vecchia battuta sui politici della Prima Repubblica è più attuale che mai.