L’intervento è finito. Ventitré ore sotto i ferri. Non si sa se ce la farà, ma per il momento è vivo. Uno scatto, solo uno, per rendere la fatica, la concentrazione, i nervi tesi di Zbigniew Religa, cardiochirurgo polacco che operava in condizioni da terzo mondo durante gli anni bui del comunismo. La luce artificiale, gli schizzi di sangue, i tubi, il camice sporco e la maschera ancora sulla bocca. E quell’assistente distrutta in fondo alla sala, che si butta contro il muro per dormire esausta il sonno dei giusti. Ci sono immagini che vanno al di là dei luoghi, fotografano un’epoca. La foto dell’americano James Stanfield è una di queste. La precarietà, lo sforzo fisico e mentale, la scarsità di mezzi. Era il 1987. Il paziente, per la cronaca, sopravvisse al chirurgo, morto nel 2009.