Il volto magro, consunto. Le spalle più larghe di un tempo. Lo sguardo triste, spento, anche quando cerca di sorridere. Mark Zuckerberg, il ceo di Facebook, ha solo 33 anni. Ma è già un uomo vecchio. Pare che la voglia di vivere l’abbia persa per strada. Non che sia mai stato un campione di vitalità; ma il ragazzo statunitense dalla felpa con cappuccio aveva, se non altro, la freschezza dei 20 anni e dell’aver raggiunto il successo quando i coetanei finiscono l’università.
Dieci anni dopo, molta acqua è passata sotto i ponti. Il giovane un po’ naif è diventato un adulto, e ha scoperto che essere il terzo uomo più ricco del mondo – ha di recente superato Warren Buffet – ha un prezzo salato: una vita sotto pressione, il fucile puntato addosso. E il non potersi fidare di nessuno, forse nemmeno della propria moglie, sposata non senza un corposo accordo prematrimoniale che prevede tutto, anche il “quality time” che la coppia deve passare assieme.
Viene da chiedersi, a guardarlo, se ne valga la pena. E se l’ex studente di Harvard non sia avviato sulla strada che fu di Bill Gates. Prima squalo, poi munifico benefattore, forse per restituire un po’ di quanto ricevuto in sorte. E cercare, dopo tanta fatica, un po’ di serenità.