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Il Principe, di Beatrice Borromeo

Il principe è la nuova serie di Netflix diretta da Beatrice Borromeo e dedicata a Vittorio Emanuele di Savoia. La donna torna sulle scene dopo il matrimonio con il monegasco Pierre Casiraghi. L’ho guardata ieri sera. Cosa ne penso? Ben confezionata dal punto di vista tecnico e del montaggio, lascia molto a desiderare da quello giornalistico. A partire dall’errore principale: la regista omette di specificare il proprio profondo coinvolgimento familiare nella storia. La madre Paola Marzotto è intervistata più volte, ed era presente all’omicidio di Dirk Hamer, attorno a cui ruota la vicenda. Gli amici ( anche loro intervistati) sono tutti suoi, il gruppo con cui trascorreva le vacanze. Birgit, coraggiosa sorella di Dirk che si è ostinata a cercare la verità, è stata, e forse è ancora, tra le migliori amiche di Paola. 

Vittorio Emanuele non sarà mai simpatico (al contrario del figlio, che a me personalmente piace). Probabilmente ha ucciso per sbaglio ed eccesso d’impeto una persona innocente, e non ha pagato il debito con la giustizia. Ma il girato lascia l’impressione che sia stato attirato in trappola. Insomma, non parlerei nemmeno di docuserie; piuttosto, di invettiva. Quello di Borromeo è un prodotto se vogliamo promettente, ma acerbo, che sarebbe accettabile da una giornalista ventenne (quale lei è stata) ma non da una professionista di quaranta. Su un argomento semplice, per chi gode di certe entrature, che non ha richiesto grossi sforzi: probabilmente è bastato alzare il telefono, e l’entourage ( principe compreso) ha risposto.

Peccato, perché c’erano margine e le premesse per fare un lavoro diverso. Mi resta l’idea che alla regista sia mancata una guida. Che questo sia, insomma, il vezzo di una quarantenne desiderosa di rimettersi in gioco, ma senza troppa convinzione. E che per farlo, la via più semplice sia stata la ricerca del colpo a effetto. Piccolo spoiler: forse la cosa più interessante arriva alla fine, con la battuta su Juan Carlos.

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