Come tutti, ho assistito alla breve parabola di Patrizia Bedori. Candidata milanese del Movimento 5 stelle, designata a novembre tramite le Comunarie dove ha raccolto ben 75 voti (ma nel 2013, con la stessa cifra si finiva in Senato), si è ritirata nei giorni scorsi esausta per la pressione dei media. “Non è il mio mondo” ha commentato.
Devo dire che ho apprezzato la scelta. Avere il coraggio di fare un passo indietro e rinunciare a tanta visibilità non è da tutti. Resistere alla sirene velenose di chi ti spinge ad andare avanti non perché ti senta adeguato alla sfida, ma per principio, per “non darla vinta” ai cattivi di turno merita apprezzamento.
Bedori è stata brava, non ha colpe. Le ha invece ha il suo partito, che ha organizzato primarie risibili e non ne ha accettato il risultato, arrivando in pratica a sconfessarla. Pare che Casaleggio fosse tra i più ostili, ma democrazia è rispettare l’esito delle votazioni anche quando non ci piace. O almeno, così si dice. Continua a leggere