Virale. Nell’oceano (rosso) del marketing, oltre le colonne d’Ercole che separano vita offline e online, non si registra aggettivo più usato da almeno un paio di lustri. Virale è il contenuto, virali sono il video, lo sketch, la gaffe. Sono bastati dieci giorni e, invece, di virale è rimasto solo il Covid. Persino sui giornali. Sulle testate non si vedono più mici che giocano teneramente, koala che si abbracciano, bimbi che imitano Frank Sinatra stonando. E, soprattutto, nessuno osa più accompagnarli con l’infausta parolina, pena il pubblico ludibrio. Beh, se può esserci un effetto collaterale positivo del coronavirus, direi che è proprio questo.