Nelle carte dell’inchiesta sulla suburra dell’urbanistica milanese che ha condotto all’arresto di sei persone spunta anche la Cop, la Conferenza delle parti della Nazioni Unite sul clima.
E’ a pagina 401 dell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Mattia Fiorentini su richiesta dei pubblici ministeri milanesi.
A parlare è Giuseppe Marinoni, a capo della Commissione paesaggio del comune di Milano. Nelle conversazioni sequestrate dai magistrati e finite agli atti, Marinoni si rivolge – tra gli altri – a Paolo Colombo, architetto titolare della società A++ di Massagno, vicino Lugano, studio internazionale di architettura con parecchi progetti attivi in Italia e all’estero. Secondo il Corriere del Ticino, Colombo sarebbe stato protagonista di alcune importanti operazioni immobiliari in territorio svizzero negli ultimi anni.
Tra i due ci sarebbe un rapporto di conoscenza, non esclusivamente personale, ma – pare – anche professionale.
“Caro Paolo, ho visto che andiamo assieme in Azerbaijan”, scrive Marinoni nel pomeriggio del 17 gennaio 2024. Nel paese asiatico si sarebbe tenuta otto mesi dopo la Cop29, conferenza internazionale con al centro i temi del riscaldamento globale. Nate come evento tecnico negli anni Novanta, le Conferenze delle parti sul clima (ce ne sono anche altre, come quelle sulla biodiversità, molto meno frequentate) col tempo sono diventate sempre più popolari e mediatiche. E’ in questa sede che, nel 2015, è stato raggiunto il compromesso sull’accordo di Parigi per limitare il riscaldamento globale a due gradi rispetto ai valori preindustriali, momento storico. Altro anno epocale il 2021, subito dopo il Covid, con l’edizione scozzese di Glasgow: il mondo appena uscito dalla pandemia si era raccolto con entusiasmo nella città britannica con uno slancio poi perso sotto i colpi di guerre e crisi energetiche. Grande copertura mediatica, allora, grande affluenza di delegati, grandi aspettative.
Fu l’anno della svolta, quello in cui la conferenza cominciò a crescere oltremisura inglobando sempre più aziende e figure opache. Tanto da rendere necessario un intervento delle Nazioni unite per rendere visibile sui badge l’affiliazione dei partecipanti: nei corridoi, tra diplomatici e negoziatori, si aggiravano anche dirigenti di multinazionali delle fonti fossili, uomini dei giganti della consulenza (interessati a vendere i propri servizi green e in palese conflitto di interessi, dal momento che lavorano anche per i big del petrolio). Come ho raccontato più volte su Wired, allargare le maglie e coinvolgere gli attori economici era un passaggio probabilmente necessario del percorso per raggiungere gli obiettivi climatici: ma per come è avvenuto, si è trattato di un allargamento frettoloso e lasso. Tanti si sono presentati ai cancelli delle Cop per dare una mano di vernice verde alle proprie attività, a favor di telecamere e social network. Tra questi, a quanto emerge dalle chat, ci sarebbe stato anche Marinoni. Torniamo alle carte.
“Ho detto a Raffaella che dobbiamo portare una presentazione con masterplan, considera anche la possibilità di mettere le realizzazioni di Porta nuova e piazza Gae Aulenti. Il masterplan è firmato anche da me e lo posso rendere pubblico. Se non ti offendi possiamo anche dire che lo abbiamo fatto assieme”, scrive sempre il 17 gennaio 2024.
Il 18 giugno, Marinoni torna alla carica. “Paolo, se andiamo in Azerbaijan non ci serve un’interprete italiano russo? Potrei chiedere alla mia fidanzata…”. La signora – di cui non facciamo il nome perché non risulta indagata – ha spirito di iniziativa. Qualche giorno prima, il 12 giugno 2025, aveva preso il telefono di Marinoni per piazzare il compagno. “Buongiorno dottor[…], sono […], la fidanzata di Giuseppe Marinoni. Giusppe ha appena pubblicato questo libro in italiano sulla sostenibilità ambientale della città”, scrive la donna, “tema che avete affrontato nelle interviste che Giuseppe e Paolo hanno rilasciato nella vostra televisione. Considerato che nel libro si parla anche della White City di Baku, Giuseppe chiede se poteste essere interessati a fare un’edizione in russo, sia come ebook che cartacea. Giuseppe potrebbe fare tutto con la sua casa editrice e farvi avere i libri stampati. Potrebbe essere interessante per voi distribuirlo in previsione della Cop29. E’ solo necessario che riconosciate alla casa editrice un rimborso spese. Se ti interessa possiamo fare una call per chiarirci meglio. Grazie anche a nome di Giuseppe”.
Niente di penalmente rilevante, ovviamente. Così va il mondo, ma leggere questo scambio mi ha fatto un certo effetto.
Ora che la prossima Cop, la più instagrammabile di sempre, sarà in Brasile e rischia di perdere rappresentatività perché sono molte le associazioni (e persino i governi) che faticano ad accollarsi i costi assurdi di una sistemazione a Belèm, sarà interessante vedere chi ci sarà, “a chi appartengono” i partecipanti. Tenete d’occhio i social: in Brasile a novembre volerà solo chi ha un vero interesse da difendere. Che si tratti di clima, di quattrini o di visibilità, beh, quello è un altro discorso.