Fino a pochi anni fa, quando l’informazione era solo cartacea, televisiva o radiofonica, ci pensava il tempo a sfumare i ricordi. Oggi le cose sono cambiate: tutto passa per la rete e le possibilità di archiviazione sono praticamente infinite. Sul web resta traccia di tutto.
Si chiama diritto all’oblio, e in sostanza significa poter richiedere la rimozione dal web dei contenuti che vi riguardano se ritenuti non aggiornati, non pertinenti o lesivi della dignità. Se ne è parlato in un recente convegno a Roma, alla presenza dei massimi vertici di Google, il motore di ricerca più noto del mondo. Non è un mistero che per molti si tratti ormai ormai della vera porta d’accesso al web. Il colosso di Mountain View è parso interessato alla questione, che sta cominciando a proporsi con insistenza nel dibattito pubblico.