“Salvare il giornalismo o i giornali?”. La domanda arriva da Mario Tedeschini Lalli e segna la linea di confine tra il passato e un futuro che, ormai, è qui. Un eccellente approfondimento di Magzine affronta il tema del futuro della professione giornalistica nelle parole di sei esperti. Le risposte sono sfaccettate, ma convergono tutte su un punto: tecnologia. Continua a leggere
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Corriere della Sera, restyling ben fatto
Corriere della Sera, un restyling ben fatto. Un interessante articolo comparso su Formiche.net spiega meglio le ragioni del cambio di rotta del quotidiano milanese. A quanto scritto e spiegato da Giancarlo Salemi, aggiungo che il nuovo formato si dimostrerà più adatto alla raccolta pubblicitaria, con più pagine e quindi migliori possibilità di vendere posizioni “di pregio” (mezze pagine, soprattutto, e pagine intere).

La (finta?) banana di Dani Alves e i media creduloni
Dani Alves e il gesto di mangiarsi la banana. Uno schiaffo al razzismo, una trovata che supera decenni di retorica e che resterà impressa nella mente di chi ha visto la scena in diretta, di chi l’ha guardata su Youtube, persino di chi ne ha solo sentito parlare.
Tre mesi senza news online? Fatto
Quanto è affidabile ciò che si legge su Internet? Poco, ormai è quasi un luogo comune.
Vi dico subito che lo spunto per questo post è nato da un piccolo esperimento che ho fatto nei mesi scorsi, per la verità abbastanza casualmente. In preda a una vera e propria crisi di rigetto da web, ho abbandonato le news online. All’inizio non è stato un fatto voluto, ma strada facendo ci ho preso gusto e ho cercato di allontanarmi quel tanto che mi consentisse di avere un punto di vista un po’ più distaccato. L’esperimento è durato tre mesi in tutto, e la conclusione si può riassumere così: la qualità, su Internet, non paga. Letteralmente. Vediamo perché.
Se la prima pagina che scotta “sparisce” dal giornale
Vi segnalo questa brutta storia riportata da Giulio Cavalli.
Un’inchiesta lambisce il figlio di un senatore calabrese in predicato di entrare al Governo in quota Ncd, “L’ora della Calabria” vuole pubblicare tutto nel silenzio generale degli organi di stampa. Nella notte scattano le telefonate che “promettono” conseguenze. Le solite conseguenze.
Di fronte al rifiuto di un coraggioso direttore, Antonio Regolo, di rinchiudere l’inchiesta in un cassetto, sono le rotative a fermarsi. “Guasto tecnico”, dicono. Il giornale non esce. Ma la storia filtra lo stesso.
Ogni commento è superfluo. Accade ancora nel 2014. Accade ancora che in Calabria per fare i giornalisti sia necessario rischiare la vita. Dopo lo sfogo di Roberto Saviano, che ha rivelato al Paìs che “Gomorra“ gli ha rovinato l’esistenza, tutta la mia personale solidarietà anche a questo collega meno noto, e forse, proprio per questo, più fortunato.
Ecco il pezzo di Giulio Cavalli sulla “prima pagina sparita” (cliccare qui).
Anna Masera (La Stampa): “Le 5 W? Oggi ci sono le 5 C”
Tra gli ospiti di un interessante convegno sui media digitali organizzato da Millecanali, rivista storica del settore broadcast, c’era Anna Masera, social media editor de La Stampa e prima figura di questo tipo in un grande quotidiano.
Siamo riusciti a intercettarla: disponibile e cordiale, ci ha offerto il suo punto di vista sul giornalismo di oggi.
Due a mio avviso le considerazioni più interessanti: la prima è che «i giornali non hanno più il monopolio dell’informazione: la nuova regola è “the reader is king”».
La seconda… beh, è rivolta ai giovani e ai colleghi che questo lavoro lo fanno già da qualche tempo. Buona visione, e perdonate la qualità del video ma è stato realizzato – come si dice in questi casi – “al volo”.
Barilla, ovvero buoni giornalisti e cattivi giornali
Partiti come semplici emanazioni del cartaceo (proponevano, cioè, gli stessi pezzi del quotidiano di carta), i siti dei maggiori quotidiani stanno sempre più assumendo vita propria, con la creazione di redazioni esclusivamente dedicate alla Rete che producono contenuti pensati esclusivamente per il web. Fotogallery, attenzione smodata alla cronaca, video virali sono i nuovi mantra, oltre alle solite tre S (sesso sangue soldi) e agli incidenti stradali. Una selezione di notizie che a volte più che interpretare la realtà sembra ricalcarla, con uno stile di scrittura veloce e adatto per i motori di ricerca, che spesso però diventa approssimativo.